Pamela Scarano, classe 1983, ci racconta la sua storia. La storia di una sportiva che dopo la gravidanza si ritrova in un corpo in cui non si riconosce, fino al giorno in cui qualcosa cambia. Qualcosa scatta dentro di lei e grazie ad una corretta alimentazione e soprattutto al suo forte desiderio di riprendere contatto con se stessa e i propri obiettivi, riesce a portare a termine la sua gara nel cassetto: il Tot Dret. Perché poi, nonostante tutto, il segreto è credere in se stesse.

Galeotta fu la foto

Vivo in Valle D’Aosta e sin da piccola mi è sempre piaciuto vivere le mie montagne – e di questo devo ringraziare i miei genitori che spesso portavano me e mia sorella a fare dei lunghi trekking. Insieme abbiamo fatto molti rifugi qui in valle.

Sono sempre stata una ragazza sportiva, tra trekking, sci alpinismo, sci di discesa e bici da corsa. Poi, nel 2010 è nata la mia piccola Norma e da lì la mia vita e le mie abitudini sono cambiate. Con il passare degli anni, pur non avendo mai smesso di ritagliarmi del tempo per l’attività fisica, la gravidanza e abitudini alimentari sbagliate mi hanno modificata fisicamente e mi sono ritrovata in un corpo che non sentivo mio.

Il 5 giugno 2020, dopo il mio turno di lavoro, vado a fare una camminata in montagna con una collega. Durante la passeggiata, scattiamo diverse foto e al ritorno a casa le osservo. Mi piace il paesaggio e nei vari scatti vedo il mio sorriso; ma noto anche un certo velo di tristezza per non riuscire a cambiare.

La forza degli obiettivi

Quel giorno è stato importante perché qualcosa è scattato in me e, in un certo senso, ho dato una svolta alla mia vita. Attraverso il movimento e un’alimentazione equilibrata ho finalmente iniziato a perdere peso, ma soprattutto ho iniziato a lavorare sodo per realizzare alcuni dei miei sogni nel cassetto che andavano ben oltre “la bilancia”.

Il primo era quello di raggiungere una vetta da 4000m, cosa che ho fatto dopo qualche mese, il 2 agosto 2020, arrivando in cima al Gran Paradiso insieme a una cordata fantastica capitanata dal mio amico Elis, guida alpina di Aosta.

La cosa mi ha dato una carica incredibile e ho continuato a fare su e giù dai sentieri vicino casa e della mia vallata, quella di Saint Barthélémy. Finalmente iniziavo ad avere fiato, le mie gambe giravano bene e volevano iniziare a correre. E così è stato.

Pamela Scarano corre nella notte

Tutte le foto sono di Pamela Scarano

Come prima meta mi ero posta quella di riuscire a correre i 10km sotto l’ora e ho raggiunto questo obiettivo dopo qualche settimana. Mi sono resa presto conto che in pochi mesi avevo realizzato tutti e tre i miei sogni: perdere peso, raggiungere una vetta da 4000m e correre.

Il sogno rimandato

Come spesso succede, non mi sono accontentata e ha iniziato a balenare in me la voglia di fare qualcosa di più, qualcosa che sembra quasi impossibile: fare un ultra trail. Dopo le prime iniziali esitazioni mi sono messa all’opera, decisa di provarci.

Pamela Scarano firma all'arrivo

Dato che sono autodidatta ho cercato qualcuno che mi potesse dare delle dritte per raggiungere il mio obiettivo ovvero quello di partecipare al Tot Dret 2021, così mi sono iscritta al gruppo del “Time to run Together” capitanato da Franco Collé.

Le tabelle che proponeva mi hanno aiutato molto e avevo raggiunto un buon livello di allenamento, fino a che, il 25 marzo 2021, scendendo sulla neve fresca con gli sci mi sono imbattuta in una lastra di ghiaccio, sono caduta e mi sono rotta un perone.

Pamela Scarano in cima

Per un po’ ho temuto di non sapere gestire questo infortunio e ho inizio ad avere una tremenda paura di perdere tutto ciò che avevo raggiunto. Invece no, ogni giorno facevo rinforzo muscolare e, finito il mese di gesso, ho iniziato subito la riabilitazione e ho ripreso a correre a metà luglio. Chiaramente, a quel punto era troppo tardi e non sono riuscita a fare gare lunghe di preparazione; così il 14 settembre 2021 sono partita impreparata per la mia prima gara ultra e ho dovuto ritirarmi al rifugio Champillon, dopo 90 km e circa 9000D+.

Dopo qualche momento di tristezza mi metto subito al lavoro.

Non mi arrendo.

A febbraio 2022 anche mio marito inizia a correre in montagna con me, ci alleniamo molto e fissiamo un calendario gare per puntare poi tutto sulla gara obiettivo il Tot Dret 2022.

Il sogno raggiunto

A giugno tagliamo insieme il traguardo della Oasi Zegna 60km; a luglio, sempre insieme, tagliamo il traguardo della Monterosa WalserWaeg 90km. Ci siamo quasi e inizio a crederci. Il 13 settembre arriva in fretta; sono le 21:00 e sono in prima fila alla partenza del Tot Dret, aggancio nuovamente il mio sogno, ma questa volta lo tengo stretto fino al traguardo.

La mattina del 15 settembre 2022 alle 08:10, mano nella mano con mio marito Vincenzo alzo un braccio al cielo e taglio quel traguardo tanto ambito. All’arrivo ci aspetta la mia amica Emy, che ci ha fatto da supporto Non scorderò mai l’emozione incontenibile di quando uscita dal Parco del Bollino capisco di essere a Courmayeur; le lacrime mi rigano il viso e sono felice. Ce l’ho fatta!

Ora ho ancora molti sogni nel cassetto ma ho la consapevolezza di poterli realizzare.

Ecco la mia storia, la storia di una donna che non ha voluto smettere di credere in se stessa.



Non è un’ultramaratoneta. Le sue gambe la portano al massimo a completare una maratona. Non crede di potersi spingere più in là di questa distanza eppure, o forse proprio per questo, è da sempre affascinata da chi riesce a spingersi oltre i propri limiti, fisici e mentali. E' appassionata di ultratrail americane.