Giulia Vianello (qui la sua Scheda&Bio) è un’ultramaratoneta veneta. E’ passata dalla grande fatica di completare 5km a correre una maratona in soli sei mesi. Avrebbe potuto fermarsi qui, ma si accorge che quella distanza non le bastava, che voleva di più e che, soprattutto, voleva correre nelle sua amate montagne.

Le ho fatto qualche domanda.

Sei partita da niente nel 2016 e dopo una maratona sei passata quasi subito alle ultra, aumentando sempre più le distanze. Cosa ti ha fatto scattare il desiderio di allungare, di trovare gare sempre più difficili e sfidanti.

Sono sempre stata una persona molto competitiva e una volta visto che in pochi mesi avevo preparato una maratona e l’avevo finita bene avevo il desiderio di provare ad allungare i chilometri, volevo quantomeno provarci. L’adrenalina che si prova quando sei sulla linea di partenza, quando sai quanti chilometri dovrai affrontare, è qualcosa che ti fa sentire un fuoco dentro e che ti fa star bene.

Giulia fa la linguaccia

Foto concessa da Giulia Vianello

 

Quale delle gare che hai fatto fino ad ora ti è rimasta nel cuore? Perché?

Difficile dire tra l’Ultra Trail Vipava Valley e la Ultra Trail del Lago d’Orta (UTLO) quale sia stata la gara che più mi è rimasta nel cuore, entrambe mi hanno dato tanto: la prima super wild, la seconda davvero sfidante. Probabilmente la UTLO, perché è la gara dove ho dovuto affrontare me stessa per ben due notti e non è facile, da sola in mezzo al bosco e al buio. Ho imparato a conoscermi, ho imparato ad ascoltarmi, ho dovuto affrontare le allucinazioni e non da poco. Era la seconda notte, stavo correndo in mezzo al bosco con un ragazzo francese finché in lontananza non ho visto un gattino, mi sono avvicinata, mi sono chinata per prenderlo e mi sono resa conto che era un sasso. E lì non è stato facile continuare, ero al 90esimo chilometro dovevo arrivare al 120esimo (che poi era qualcosa in più) avevo già affrontato una notte da sola e quella seconda notte con le allucinazioni è stata dura. Mi sono fermata, ho respirato e ho raggiunto il punto vita più vicino dove ho riposato dicei minuti e sono ripartita.

Quando hai avuto le allucinazioni perché non è stato facile continuare? Era la paura di non saper più distinguere la verità dall’allucinazione? Di vedere qualcosa di “spaventoso” e non riuscire a reagire?

Arrivata alla seconda notte non sapevo se sarei riuscita a finirla avendo visto una cosa per un’altra. E se ne avessi avute altre? E se avessi perso la strada? E se per la stanchezza mi fossi addormentata in mezzo al bosco? Avevo tanta stanchezza mentale oltre che fisica e la paura maggiore era che la testa non avrebbe retto fino alla fine, perchè per un ultra oltre le gambe serve tantissimo la testa; se parte quella non c’è più nulla da fare.

Quale gara hai nel cassetto?

La mia gara nel cassetto è sicuramente l’UTMB che quest’anno ho provato a fare ma sono andata in ipotermia al 50esimo chilometro e ho deciso di fermare lì la mia gara. Ma non mollo, è il mio traguardo e prima o poi la porterò a casa.

 

Giulia salta

Foto concessa da Giulia Vianello

 

Le donne che corrono, e le donne che corrono le ultra stanno aumentando di anno in anno, ma la percentuale rispetto agli uomini è ancora molto bassa. Secondo te perché? Quali sono gli ostacoli maggiori per le donne che vogliono intraprendere questo sport?

Non saprei dire perché noi donne siamo ancora la minoranza nelle lunghe distanze e nella corsa, ma mi auguro nei prossimi anni di trovarne sempre di più. Chi fa le ultra deve allenarsi tanto, deve impegnare molto del suo tempo negli allenamenti settimanali e nelle uscite nel weekend, credo che questo possa essere un ostacolo non da poco.

Che impatto ha il ciclo sui tuoi allenamenti e gare?

Per quanto riguarda il ciclo io per fortuna lo programmo, prendendo la pillola, non potrei mai fare un’ultra con il ciclo, primo perchè purtroppo soffro tantissimo e nei primi giorni faccio difficoltà ad alzarmi da letto, figuriamoci ad allenarmi; secondo perché durante una gara stare fuori trenta o più ore con il ciclo sarebbe scomodo, molto scomodo. Così a inizio anno mi programmo le gare e di conseguenza il ciclo.

Giulia all'arrivo

Foto concessa da Giulia Vianello

Hai un’allenatrice/allenatore che ti segue?

Per quest’anno ho deciso di farmi seguire da un’allenatrice: ho due grandi obiettivi che sono la 100 miglia d’Istria e la Trail de Haute Provence in Francia, una 150 km. Voglio portarle a casa, voglio portarle a casa bene, col sorriso dal primo all’ultimo chilometro. Avere un’allenatrice mi aiuta ad avere lo stimolo anche quando ci sono le giornate no, o quando finisco tardissimo di lavorare e vorrei solo distendermi in divano. In più, mi stimola con allenamenti sempre nuovi e con o feedback dopo ogni allenamento. 

Dove ti vedi tra dieci anni?

Fra 10 anni mi vedo con una famiglia, dei bimbi e trasmettere a loro il mio amore per la natura e lo sport. Mi vedo comunque correre, non so se ancora ultra ma sicuramente correre

Non è un’ultramaratoneta. Le sue gambe la portano al massimo a completare una maratona. Non crede di potersi spingere più in là di questa distanza eppure, o forse proprio per questo, è da sempre affascinata da chi riesce a spingersi oltre i propri limiti, fisici e mentali. E' appassionata di ultratrail americane.