Sono donna, sono podista, sono (ormai) ultracinquantenne e amo le lunghe distanze.
Corro da tanto. Ho iniziato a 27 anni come complemento al nuoto che praticavo a livello Master. Poi, però, sono diventata pendolare (sono architetto al servizio di Ente pubblico dove mi occupo prevalentemente di edilizia scolastica ed edilizia pubblica) e la cosa ha reso più difficile allenarmi, quindi ho deciso di abbandonare la corsa e continuare a nuotare.
La corsa per veicolare l’energia
La corsa l’ho ripresa tardi, a 47 anni. Prima semplicemente per fare del movimento; poi ho fatto una mezza e da lì una maratona e mi sono innamorata: ho iniziato ad amare i chilometri, il tempo passato a correre e ho iniziato ad allungare le distanze. Il protrarsi dell’impegno fisico, l’esercizio prolungato nella natura mi fanno bene, mi ricaricano. Ho una temperamento nervoso, una grande energia che devo veicolare per mantenermi in equilibrio e lo sport mi ha sempre aiutato in questo. Ho scoperto che la corsa di resistenza è la più adatta in tal senso: utile e divertente quindi.
Meglio se i chilometri sono tanti
Sono presto arrivate le ultra: le 50km, il Passatore e gli ultratrail. Questi ultimi mi hanno dato la possibilità di unire la mia passione per la corsa con quella per il trekking e la montagna.
I miei risultati, se pur tardivi, sono per me importanti.
Non ho un coach, non potrei permettermelo. In genere, mi alleno da sola quando corro su strada, mentre nel trail vado sempre con uno o più compagni di corsa, sia per questioni di sicurezza che per divertimento. In fase di preparazione di una gara, faccio lunghi e collinari la domenica o trail di media distanza come avvicinamento alla ultra, lascio corse più brevi durante la settimana e faccio 1 o 2 allenamenti in piscina per scaricare la schiena, le anche (mio problema atavico) e far lavorare i muscoli non direttamente coinvolti nella corsa ma che aiutano nella postura oltre che nella respirazione.
In fase di allenamento mi assesto su 60/70 km a settimana, non di più perchè altrimenti comincio ad avere problemi alle anche. Quest’anno, in preparazione della LUT – la mia gara nel cassetto – ho fatto tanto trail, qualche corsa su strada, la 6 ore del Parco Nord per allenare la testa e la Centro Croci ultramarathon trail di Tarsogno (PR) per allenare le gambe.
Incastri
Tra lavoro, casa e famiglia, non è facile incastrare tutto, anche a causa del mio essere pendolare (ma presto dovrei smettere dato che finalmente, lavorerò nella mia città di residenza). Devo programmare le gare con largo anticipo, prevedendo anche le esigenze famigliari che presumibilmente dovrò considerare nei giorni di gara. Non ho mai dovuto rinunciare a nulla, tranne per cause di forza maggiore, ma sicuramente devo negoziare. Alle ultra vado da sola, mentre con il mio compagno condividiamo abitualmente le mezze maratone su strada.
Le gare da ricordare
La mia gara preferita è stata la UltraK Marathon di Salsomaggiore (fine novembre), 50km su strade collinari in mezzo ai borghi e ai boschi dell’alta val Parma dipinta da splendidi colori autunnali, l’ho corsa infatti due volte. Ma anche la Abbots Way, di cui ho percorso la versione di 90km 4600 D+ e quella di 120km 5700 D+. E’ il trail ‘di casa’ (Pontremoli-Bobbio) di cui conosco territori e sentieri ed è sempre emozionante.
La più sofferta, ma non meno affascinante, l’UltraKtrail di Corniglio, 70km 4750 D+ di sentieri estremamente tecnici con salite e discese durissime, su creste esposte a venti forti, ma nella cornice delle splendide montagne del Parco dei Cento Laghi. La prima volta che l’ho corsa, una tempesta di pioggia e vento che mi ha sorpreso a un terzo del percorso, ha fatto in modo che mancassi l’ultimo cancello a 20km dalla fine. Esperienza sofferta fisicamente per le condizioni meteo avverse (ma che ho comunque affrontato), ma soprattutto amara per il mancato traguardo.
Nelle ultra fatte finora non ho mai avuto crisi mentali, né fisiche, anche nelle condizioni meteo più avverse. Forse è fortuna o forse so gestirmi bene. Solitamente sono concentrata sul momento, divido la gara a tappe in modo da mantenermi motivata, mi alimento, assumo liquidi con regolarità e, quando mi prende la noia – può capitare se il percorso ad un certo punto si presenta monotono o se sono impegnata in salite, ma soprattutto discese infinite – penso alla gioia che proverò dopo il traguardo o mi lascio distrarre dal paesaggio.
Dimmi come mangi…
Non ho mai seguito un’alimentazione particolare, ma dopo la menopausa ho cambiato modo di mangiare perchè ho cominciato ad avere fastidi in concomitanza con il consumo di certi alimenti, come ad esempio la pasta di grano duro e i lievitati che mi creavano la prima un forte ritenzione idrica, i secondi un doloroso gonfiore addominale. A parte i latticini che ho eliminato per intolleranza al lattosio, assumo molto meno carne e pesce che consumo ciascuno una volta alla settimana (carni bianche, pesce azzurro prevalentemente), a favore di legumi e verdure di stagione, seitan e tofu. Limito le verdure a foglia che mi crea disturbi intestinali.
Consumo quasi esclusivamente pasta integrale e mangio quotidianamente una porzione di riso cotto al vapore che combino con legumi e verdure. Non uso mai zucchero se non integrale di canna o sciroppo di agave. Una dieta che mi piace e che mi fa stare bene sostanzialmente. Non sono mai stata golosa di dolci, ma negli ultimi anni ho scoperto ricette di cucina macrobiotica che trovo molto golose ed equilibrate (il mio compagno un po’ meno, eh eh). Naturalmente ogni tanto ‘sgarro’, soprattutto con patatine e, focacce che adoro, non resisto.
Menopausa
Parlando di menopausa: il passaggio l’ho sofferto molto, per fortuna è durato ‘solo’ un paio d’anni. Ho subito soprattutto alterazioni dell’umore, anche importanti, per cui la corsa per me era indispensabile per mantenermi in equilibrio. E’ allora che ho iniziato con le lunghe distanze. Fisicamente ho sofferto e sto soffrendo più in menopausa perchè molti aspetti legati al fisico sono cambiati, assimilo meno, ho più intolleranze, dormo ancor meno di prima e questo mi condiziona non poco nel quotidiano e nella ‘resa’ sportiva. La testa è un pò più in ordine, più forte, ma il corpo è cambiato, sto imparando ad accettare questi aspetti, temo però che sarà un lavoro lungo.