Asia Menci, 23 anni, è un’ultratrailer toscana. Qui ci racconta la sua storia dagli inizi alla sua prima LUT. Sicuramente i suoi sogni la porteranno lontano.
Mi chiamo Asia Menci e ho 23 anni. Sono nata ad Arezzo, ma sono cresciuta Castiglion Fiorentino, la città della Ronda Ghibellina, dove tuttora vivo.
Attualmente sono studentessa universitaria di scienze motorie e questo sarà il mio anno di laurea. La mia tesi sarà incentrata sulla mia passione: la preparazione per una gara di Ultra Trail e un capitolo sarà dedicato alle donne.
Ho praticato alcuni sport prima della corsa, ma l’amore per questa disciplina è stato come un colpo di fulmine. Ho iniziato a correre circa 13 anni fa e da lì la passione è cresciuta esponenzialmente. A 15 anni ho iniziato a praticare atletica leggera a livello agonistico e mi sono cimentata in varie discipline, le ho provate quasi tutte. Inizialmente ero quasi più affascinata dalla velocità, ma poi mano a mano le lunghe distanze iniziavano ad incuriosirmi, così a 18 anni ho fatto la mia prima mezza maratona. Non ho mai fatto una maratona su strada prima di passare alle Ultra, ma non è stato assolutamente un punto che mi potesse limitare. Le maratone sono molto affascinanti ed è nella mia lista dei desideri farne almeno una nella vita, oppure di più!
Dopo un po’ di anni su strada, avevo bisogno di nuovi stimoli e il mio ragazzo, originario di Verbania, dopo qualche uscita in montagna, mi ha fatto scoprire quella che poi sarebbe diventata la mia passione ardente: il trail running. Mi ha rapita fin da subito, perché mi ha fatto sentire libera, coraggiosa e forte. Inoltre la community del trail è pazzesca. Come e perché ho allungato le distanze poi? È stata la curiosità. Mano a mano che allungavo le distanze scoprivo cosa ero in grado di fare e le paure e i dubbi che prima mi frenavano, smettevano di esistere.
Ogni gara è un’avventura e un’esperienza di vita, dalla corsa non si fa altro che imparare sane e sagge lezioni. Questo sport ti insegna tanto. L’umiltà, l’aiuto reciproco, la condivisione e il vivere nel presente godendosi ogni attimo che la vita ci regala, “qui ed ora”.
La sfida più grande da affrontare è sempre dentro la nostra mente e l’Ultra Trail mi piace proprio per questo. Alla fine siamo tutti stanchi a livello muscolare, ciò che conta è la nostra forza mentale. Dopo queste sfide e i lunghi mesi di allenamento, capisci che puoi essere invincibile.
La mia storia sportiva è appena iniziata, ma i sogni sono grandi. In realtà io inizialmente ero terrorizzata anche a camminare in montagna. La paura dell’altezza non mi lasciava fare nulla e mi sono detta “Sai che c’è? Questa cosa la devo affrontare e sconfiggere. Non posso perdermi questi bei panorami!”
Il mio grande sogno è il Tor des Gèants, ma mi piacerebbe correre anche in panorami diversi dalla montagna, chissà un giorno nel deserto.
Dopo gli studi, il mio desiderio è poter aiutare gli altri nel mondo del trail a realizzare i propri sogni.
Quest’anno ho portato a termine la LUT (120km), il coronamento di un sogno. Con questa gara ho chiuso un cerchio dato che negli anni precedenti avevo portato a termine le altre distanze di questo evento: la 48km e l’80km.
È stata molto più dura del previsto. Molti punti li avevo già affrontati e li conoscevo bene proprio grazie alle gare che avevo fatto in precedenza, ma è stata comunque davvero molto tosta. La prima parte, nonostante si provi a partire con un passo tranquillo, ti porta a correre molto e la fiammella piano piano si consuma. Inoltre mi sono portata dietro dei problemi di nausea e stomaco da Ospitale fino al km 70 circa. Dello zenzero mi ha riportata in vita, ma niente e nessuno mi avrebbe comunque fermata di fronte al mio sogno.
La LUT non perdona, ti toglie ogni energia fino all’ultima goccia e spesso ho toccato il fondo e ho dovuto raschiare per trovare ogni briciola di energia rimasta, ma le emozioni e la soddisfazione che ti dà sono impagabili. Adesso, ogni volta che avrò un momento difficile, mi ricorderò cosa sono in grado di fare.
La mia LUT, nonostante l’abbia portata a termine con le mie gambe, è stata fatta di tante persone senza le quali non sarebbe stata la stessa storia. Non ho mai ricevuto così tanto affetto e amore e per me il trail è anche questo.
La cosa che mi ha profondamente sorpresa è capire che il mio corpo reagisce davvero bene alle lunghe distanze. Un buon sonno, recupero, idratazione, alimentazione e preparazione a 360° mi permettono di recuperare ottimamente in un giorno e mezzo/due.
Nonostante io recuperi così bene, preferisco sempre darmi tempo e staccare un po’ dalla corsa. Mi dedico di più alla bici, alle camminate e movimenti a basso impatto per il corpo.
Alla mia giovane età ho ancora molto da imparare su queste distanze, sono una novellina e ho molto margine di miglioramento, ma sono sicura che la mia direzione è giusta e che i miei sogni mi porteranno lontano.