Antonella Ciaramella, 29 anni, molisana, ha partecipato fino ad ora a una sola ultramaratona, alla fine del 2019. Poi è arrivato il Covid e sappiamo bene cosa questo abbia comportato. La seguiamo da un po’ e abbiamo l’impressione che sentiremo parlare molto di lei quando si tornerà a gareggiare. Per questo motivo le abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia.

Quando e perché ho iniziato a correre

Ho iniziato a correre circa 10 anni fa e, come dico sempre, per me la corsa è stata come un richiamo. Non ricordo il momento esatto o il perché iniziai a correre, in realtà non c’era un perché.

Non sono mai stata brava in nessuno sport. Nell’ora di educazione fisica a scuola ogni volta inventavo una scusa per non farla o mi assentavo. Ricordo che quando a scuola si giocava a pallavolo ero la peggiore perché io ero quella che non correva a prendere la palla e venivo puntualmente esclusa e presa in giro. Mi sono avvicinata alla corsa forse proprio perché è uno sport solitario, perché puoi vivere i tuoi successi ed insuccessi iniziali per conto tuo, nessuno può giudicarti se non te stesso.

Inizialmente odiavo la corsa, la odiavo tantissimo e non ne ero capace, correvo pochissimo, mi mancava il fiato, le gambe non reggevano e questo mi faceva tanta rabbia, non lo accettavo. Ma non c’erano più i miei compagni di classe a prendermi in giro, c’ero solo io a spronarmi a fare di più. Sapevo di potercela fare e che non avrei mollato. Ho corso ogni giorno per anni, tra alti e bassi e non è stato nemmeno facile inserirmi in questo “mondo” della corsa, dove ognuno si sentiva in dovere di dire la sua: “corri male”, “corri troppo”, “corri poco”. Io ho fatto sempre di testa mia e ad oggi posso felicemente dire di non aver sbagliato nulla.

Antonella Ciaramella mare
Antonella Ciaramella seduta

Quando e perché ho iniziato a correre ultramaratone

Ho iniziato a correre ultramaratone anche qui per caso, un po’ per “sfida” e senza alcuna preparazione. Dietro il mio esordio c’è infatti un aneddoto abbastanza singolare che voglio raccontare.

Fino al 2019 correvo al massimo la distanza della mezza maratona, il mondo delle ultra mi sembrava sconosciuto, inarrivabile e sicuramente non alla mia portata. Mi capitò un giorno di ricevere da un organizzatore di una gara ultra (una 6 ore che si sarebbe disputata dopo poco, e anche lui un “runner”) una brutta critica sul mio modo di correre, con delle parole durissime e offensive che al momento mi ferirono parecchio e mi scoraggiarono ma poco dopo mi diedero la carica giusta per affrontare proprio quella 6 ore.

Con la sorpresa ed incredulità mia e di tutti, finì per vincerla. Stranamente, quel giorno le gambe giravano tanto (troppo per i miei standard) e la voglia di dimostrare che non valevo zero era tanta (anche qui troppa per i miei standard). Non avevo mai corso più di 21 km e in 6 ore ne corsi quasi 63. Le mie aspettative furono completamente capovolte e la soddisfazione era troppa, mi ero finalmente riscattata! Mi sentivo una nuova persona.

Antonella Ciaramella 6h

Da lì ancora mi chiedo cosa sia successo: fino al giorno prima ero quella persona che correva pochissimo, e improvvisamente ho iniziato ad aumentare il chilometraggio. Più chilometri correvo e più mi sentivo a mio agio. Mi accorgevo di correre per ore, anche con un ottimo passo, e di non sentire la fatica; mi chiedevo perché non ci avevo provato mai prima, perché non mi ero data abbastanza fiducia. Dalla corsetta di 10km mi ritrovai a correre 35/40km collinari un giorno sì ed uno no, con lunghi extra di 50km e 60km. Ad oggi posso solo dire che mi piace tutto delle lunghe distanze, dalla solitudine alla grande fatica. Non smetterò mai di correrle.

I terreni e le distanze che preferisco

Amo correre ovunque. Inizialmente mi sono concentrata quasi solo ed esclusivamente sul trail running perché ho sempre amato la montagna. Poi però mi sono resa conto che la strada mi dà maggiori soddisfazioni. Nel trail spesso si cammina e a me non piace camminare, sono lenta e non so farlo e poi a me piace solo correre. Nelle lunghe distanze la strada sa essere dura ed aspra e a me piace anche tanto faticare. Un falso mito è quello che “correre su strada è noioso”. Personalmente sono sempre alla ricerca di nuovi luoghi in cui correre e la mia regione, il Molise, è piena di posti bellissimi che valgono la pena di essere vissuti correndo.

Antonella Ciaramella Trail
Antonella Ciaramella strada

La gara per me più bella

La gara più bella per me è stata la più recente: la Maratona di Pescara 2020, per 2 motivi. Primo, perché sono arrivata terza al traguardo e secondo, e il più importante, perché è stata la prima gara nel periodo post-covid, una bellissima esperienza ed un bellissimo ricordo.

Una “gara” a cui tengo molto

Vi racconto una gara, non una gara vera e propria, ma virtuale: la pazza e scellerata impresa di correre 100km da sola nel mio Molise, lo scorso maggio. Non sono il tipo che programma le cose, cambio spesso idea e mi piace decidere all’ultimo momento e anche questa idea fu una di quelle. Ero iscritta alla 100km del Passatore che poi era stata annullata. Avevo trascorso i due mesi e mezzo del lockdown di marzo a “correre” sul tapis roulant di casa, quindi la preparazione era ormai andata. Quando è arrivato maggio e finalmente siamo potuti uscire di casa, ho deciso – pochi giorni prima – di correre comunque 100km in solitudine ed autogestione.

100 km virtuale

100km solo per me, per il piacere di correre, senza avversari se non la fatica e la tanta strada di fronte, che è il puro senso delle distanze ultra; l’unico avversario sei tu. Un’esperienza che mi piacerebbe ripetere anche quest’anno, ma saranno 101km!

Non è un’ultramaratoneta. Le sue gambe la portano al massimo a completare una maratona. Non crede di potersi spingere più in là di questa distanza eppure, o forse proprio per questo, è da sempre affascinata da chi riesce a spingersi oltre i propri limiti, fisici e mentali. E' appassionata di ultratrail americane.