Di Stefano Ruzza
Apparso su La Repubblica il 13 dicembre 2020
Stefano Ruzza

Una riflessione dopo il grande interesse scatenatosi intorno al tentativo (fallito) di Kilian Jornet nel record delle 24 ore. E una
provocazione: perchè non trasformare certe corse in “non competitive” ?

Chi mastica un po’ di gare podistiche sa che ogni distanza oltre quella della maratona (42,195 km) viene definita ultramaratona. Solitamente le gare più “classiche” sono la 50 km e la 100 km (di cui il Passatore è la più conosciuta), per passare a gare in circuito di 12 ore, 24 ore, 48 ore, fino ad arrivare alle 6 giorni o addirittura oltre. Negli ultimi anni la crescita del movimento di trail running ha spostato lo sguardo sull’ultratrail. Il dibattito su quale sia la reale qualità di queste gare lunghe si è fatto sempre più acceso, con divisioni a volte aspre tra chi crede che solo le vecchie distanze classiche abbiano ragione di esistere e di essere degne di venire classificate come competizioni, e chi invece difende la credibilità agonistica del mondo “ultra”.

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Foto da Runnersworld
Non è un’ultramaratoneta. Le sue gambe la portano al massimo a completare una maratona. Non crede di potersi spingere più in là di questa distanza eppure, o forse proprio per questo, è da sempre affascinata da chi riesce a spingersi oltre i propri limiti, fisici e mentali. E' appassionata di ultratrail americane.